Siamo arrivati quasi al termine del Programma Yoga 24/25 del Centro Ray, dedicato alla scoperta degli asana, le posizioni dello Yoga, attraverso il loro significato e i miti a cui sono legati.
Nel mese di giugno, la nostra pratica Yoga sarà dedicata quindi a Bharadvaja uno dei saggi vedici venerati nell’antica India. Fu un rinomato studioso, economista, grammatico e medico. È uno dei Saptarși (sette grandi saggi o Maharși) I suoi contributi alla letteratura indiana antica, in particolare al Ṛgveda, forniscono una visione significativa dell’antica società indiana. Lui e la sua famiglia di studenti furono gli autori del sesto libro del Ṛgveda. Bharadvāja è menzionato anche nella Caraka-Samhitā, un autorevole testo medico indiano antico.
Il Mito
La storia di Bharadvaja è un monito importante per tutti coloro che desiderano davvero contribuire a rendere migliore il nostro tempo e il nostro spazio, imparando ad accettare il cambiamento e divulgando e condividendo con tutti le proprie conoscenze.
Bharadvaja era uno studente molto zelante. In effetti nessuno si dedicava come lui allo studio dei Veda, gli antichi testi spirituali e filosofici. Nessuno si era mai aspettato di dominarli tutti, tranne l’ambizioso Bharadvaja che, rinunciando ai piaceri della vita e ai rapporti sociali, si dedicava unicamente allo studio dei sacri testi. La sua dedizione era stata così intensa da esaurire un’intera vita.
Dopo la sua rinascita, Bharadvaja capì immediatamente quale strada nella vita volesse seguire: di nuovo lo studio dei Veda. Appena fu in grado, iniziò a studiare i testi sacri, credendo che la concentrazione e lo studio intensi lo avrebbero avvicinato all’unione con l’Assoluto. Ancora una volta, studiò così tanto da esaurire anche la vita successiva.
Con la terza rinascita la storia si ripetè. La gente cominciò a parlare di questo saggio incredibilmente solitario, ma straordinariamente erudito, di nome Bharadvaja. Nessuno lo aveva mai visto, perché trascorreva i suoi giorni e le sue notti solo a studiare. Alla fine della terza vita, mentre era morente nel suo letto gli apparve Śiva. Gli occhi di Bharadvaja si spalancarono per la sorpresa. Pensò di essere stato finalmente liberato dal ciclo di morte e rinascita grazie a tutto il suo studio. “Sto morendo Śiva, sei qui per portarmi con te?” Śiva rispose “No, Bharadvaja non ti porterò con me questa volta, e spero che finalmente imparerai la lezione su tutto il tempo che hai perso!”
“Di cosa stai parlando? Ho studiato tanto solo nella speranza di avvicinarmi a te, mio adorato Signore!” rispose Bharadvāja.
“Bene,” spiegò Śiva “quello che hai imparato non è altro che questo.” mostrò al vecchio una manciata di terra: “Questo è quello che hai imparato durante la prima vita di studio. ” Poi ne prese una manciata più grossa e disse: “Questo è ciò che hai appreso nella seconda. ” Infine, mostrandogli una quantità di terra che quasi non gli stava nella mano: “E questo è quello che hai imparato durante la terza vita di studio.”
Bharadvaja disse: “Ora che la mia istruzione è completa mi porterai nella tua dimora celeste?”
Śiva guardò compassionevolmente Bharadvaja, gli mise una mano sulla spalla e disse: “Hai passato tutto questo tempo a diventare un esperto dei Veda, e non c’è dubbio che nessuno ne sappia più di te. Ma ciò che hai effettivamente imparato è solo una manciata rispetto alla montagna di conoscenza che hai ancora da imparare. Cosa ti ha fatto ottenere tutto questo studio? Eccoti qui, vivi da solo, non hai nulla di cui gioire nella tua vita, non hai condiviso le tue conoscenze con nessuno. Mentre puoi conoscere i Veda, non comprendi il loro vero significato, perché non ti sei mai preso la briga di condividere la loro grazia e gioia con gli altri. È attraverso la condivisione di questa saggezza che sarà veramente vivo e vivrà dentro di te. Allora, caro Bharadvaja, ti darò un’altra possibilità. Puoi passare ancora una vita cercando di avvicinarti alla mia presenza, e, se la usi saggiamente, ti prometto che sarà l’ultima.”
E con ciò Śiva scomparve. Bharadvaja non spese la vita successiva studiando, ma insegnando. Si dedicò a condividere la profonda saggezza e gioia che viene dai Veda ed educò molti aspiranti sulla via del sentiero spirituale. La sua conoscenza e la sua compassione erano conosciute in lungo e in largo, e persone di diverse classi erano orgogliose di chiamarlo come insegnante. Quando si trovò sul letto di morte, gli studenti vennero da terre molto lontane per rendere omaggio al grande saggio che fu liberato dall’obbligo di rinascere.