L’estate volge al termine, ma un nuovo anno di Yoga sta per cominciare e come sapete al Centro Ray non ci si annoia mai! Ogni anno il programma delle lezioni cambia, con un nuovo tema, un nuovo punto di vista, nuove e vecchie posizioni yoga, nuove storie e leggende legate alla tradizione indiana e non solo.
Anche quest’anno la nostra insegnante Antonella ha dato il meglio di sé, e ha elaborato un programma Yoga ricco e pensato per accompagnarci attraverso le stagioni dall’autunno alla prossima estate, facendo lavorare in maniera organica tutto il corpo. Il titolo è… No, aspettate, ancora un attimo di pazienza!
Prima di addentrarci nel nuovo programma yoga, eccovi due o tre brevi informazioni di servizio:
Ok, dovrebbe essere tutto. E ora eccovi svelato il programma Yoga 2024/2025 del Centro Ray!
*previo raggiungimento del numero minimo necessario di partecipanti
Asana – Nome e Forma attraverso il mito
La parola “simbolo” trae origine dal greco antico, dove il sýmbolon (“segno”) era un oggetto la cosiddetta “tessera dell’ospitalità”, secondo l’usanza per cui due individui, due famiglie o anche due città spezzavano una tessera, di solito di terracotta, simbolo (appunto) di un patto o di un’alleanza. Ognuno dei contraenti ne conservava una parte: il perfetto combaciare delle due parti della tessera era la prova tangibile dell’esistenza dell’accordo.
Il mito
Anche il termine “mito” deriva dal greco: il mithos è “parola, discorso, narrazione, racconto”. Il mito è un’espressione verbale del sacro: riferisce realtà ed eventi delle origini del mondo, storie che trattano degli dei e di esseri
sovrumani che stanno a fondamento e scopo di tutto ciò che esiste. Il mito funge da modello per l’attività umana, per la società degli uomini, per la loro saggezza e conoscenza.
Il mito rende accessibile attraverso le parole ciò che non risulta accessibile per nessuna altra via e le parole
utilizzate sono diverse da tutte le altre in quanto possiedono un’autorità straordinaria che si distingue dal
discorso comune. Il linguaggio del mito non provoca discussione: il mito non dimostra, ma rivela.
E ancora: ogni mito è uno specchio, gli uomini vi cercano la loro immagine, vi si riconoscono. Ogni mito dà l’esempio, propone dei modelli da seguire, determina l’azione. I miti sono androgeni, sposano il giorno e la notte, il cielo e la terra, l’acqua e il fuoco, la pianta e l’animale con l’uomo e con gli dei. Tendono a cancellare la dualità, aspirano a una creatura completa. I miti sono eroici, raccontano le gesta di un eroe civilizzatore. I miti sono divini, gli dei danno loro senso nello spazio e nel tempo, invitano, comandano, tormentano, consolano.
Nama-Rupa
Nella tradizione indù l’individualità è considerata come l’unione di due aspetti, ovvero dai termini nama e rupa, che significano letteralmente nome e forma, generalmente riuniti nell’espressione nama-rupa che abbraccia l’intera individualità.
Nama corrisponde all’aspetto essenziale, descrive le proprietà spirituali o essenziali di detta individualità.
Rupa indica l’aspetto sostanziale, la presenza fisica che manifesta.
Nama è l’idea nel senso trascendentale di archetipo. È il modello ideale che l’artista deve innanzi tutto
contemplare interiormente e, in seguito, dovrà realizzare in rupa, ovvero la sua forma sensibile. Quando “l’idea si è incorporata”, l’opera d’arte incarna perfettamente la combinazione di nama e di rupa.
Ogni asana ha una forma e un contenuto: un’idea di partenza – decido di fare un’asana – e un contenuto corporeo, ovvero la forma anatomica che il corpo deve assumere per realizzarla.
Conoscere i modelli, le forze espresse attraverso i simboli e rappresentate dai miti fa sì che, l’asana, diventi un’esplorazione dell’aspetto cognitivo, emotivo, corporeo. Allora durante la tenuta dell’asana ci saranno l’ascolto, la scoperta di un luogo dove il corpo è composto, la mente focalizzata, le emozioni contenute. In questo modo è possibile andare oltre la meccanicità e l’abilità tecnica, trasformando i movimenti e l’intero corpo in qualcosa di significante in grado di risvegliare energie e capace di aprire la mente alla percezione.
Per questo l’asana è nama-rupa, espressione sia di sostanza che di essenza.
Garuda
Prossimamente seguirà la presentazione della prima “posizione simbolo” che ci guiderà nel mese di settembre, di cui per ora sappiamo solo che è legata al mito di un uccello sacro, noto principalmente per il suo ruolo di “chaffeur” del dio Visnu… Ma di questo ne sapremo di più fra qualche giorno.
Ci vediamo al Centro Ray!