L’AIRONE: compostezza eleganza e grazia

Il freddo è finalmente arrivato a ricordarci che l’inverno è alle porte e di conseguenza, visto il bisogno di scaldarsi, anche le nostre pratiche si fanno via via più intense. Prosegue il nostro programma Yoga che vede protagonista di mese in mese, una determinata posizione attorno alla quale ruota tutta la pratica delle lezioni Yoga del Centro Ray. Il mese di novembre sarà interamente dedicato ad uno degli asana più eleganti ed evocativi dello Yoga, ovvero la posizione dell’Airone.

In sanscrito il termine Krauñca (non a caso la posizione Yoga si chiama Kraunchasana) si riferisce all’uccello “Gru/airone” , ma è anche il nome di una montagna.
Si racconta che il saggio Vālmīki, conosciuto come Adi Kavi “il primo poeta”, chiese a Nārada (veggente di
stirpe divina) se esistesse un uomo davvero virtuoso, potente ma conoscitore delle vie della rettitudine.
Nārada rispose che il principe Rāma possedeva quelle qualità essendo invincibile in battaglia, ma anche
saggio e sempre fedele alla parola data. Poi raccontò a Vālmīki l’intera storia di Rāma, di come avesse
rinunciato al trono e resistito per quattordici lunghi anni in esilio, di come sua moglie Sita fosse stata rapita dal
demone Rāvaṇa e di come avesse combattuto con l’aiuto degli uomini scimmia per liberarla per poi tornare
nel regno di Ayodhya.

Vālmīki ringraziò Nārada e tornò al suo eremo nella foresta riflettendo su ciò che gli era stato raccontato. Più tardi si recò sulla riva del fiume e scorse una coppia di aironi che stavano compiendo il rituale di accoppiamento, Vālmīki ammirava affascinato la loro grazia ed eleganza quando, all’improvviso la freccia di un cacciatore colpì l’airone maschio. La femmina spaventata e disperata gemeva per il suo compagno tanto da suscitare in Vālmīki una profonda compassione. In lacrime si girò verso il cacciatore e pronunciò in metro e in rima una maledizione. Subito dopo ricevette la visita del dio Brahmā il quale gli affidò un compito particolare:
“Dato che hai appreso la storia di Rāma e che hai appena inventato il verso poetico, scriverai un poema che
racconti la storia del potente principe e della sua amata moglie Sita”

Fu così che Vālmīki compose il Rāmāyaṇa, uno dei più grandi poemi epici della tradizione indiana