“É arrivato maggio al canto del cucù” dicevano i Beatles in uno dei loro brani più famosi e con maggio arriviamo quasi alla conclusione del programma yoga 2015-2016 del Centro Ray intitolato Dall’Uno Allo Zero – LoYoga Incontra i Numeri.
Di mese in mese le cifre a partire dall’uno sono state via via associate agli attributi simbolici dell’antica tradizione indiana (che li associava alla natura, alla morfologia umana, al mondo animale e vegetale, agli atti della vita quotidiana e così via) e di conseguenza alle asana che predono spunto da queste associazioni. Con maggio 2016 siamo arrivati quindi al numero nove – “Nava” per i nostri amici sanscriti – numero associato a Durga, dea rappresentazione della Potenza.
Nel cristianesimo il numero nove è simbolo del miracolo, in quanto quadrato di tre, simbolo della trinità e del sacrificio di Cristo. Nei Vangeli, Gesù viene crocefisso alla terza ora e spira alla nona. Esiodo nella Teogonia scrive: “Nove giorni e nove notti sono la misura che separa il cielo dalla terra e questa dall’inferno”. Il numero nove secondo Pitagora è un numero che si riproduce continuamente in ogni moltiplicazione, e simboleggia quindi la materia che si scompone e si ricompone. Nella Vita Nuova Dante identifica nel numero nove la massima espressione dell’amore divino, e come simbolo divino, Beatrice.
Simboli numerici sanscriti
Durga – L’inaccessibile
Durga è una delle infinite forme della Devi, la Madre creatrice e nutrice dei mondi dai 108 nomi. I Purana e l’epica indiana descrivono Durga come una valorosa donna guerriera implacabile nemica dei demoni. Il culto di Durga era particolarmente importante nell’antica religione popolare indiana. La dea era venerata come forza naturale foriera sia di vita che di distruzione. Nel suo aspetto benevolo Durga protegge gli uomini. Nel Mahabharata un inno a lei dedicato recita: “Durga, Tu salvi gli uomini dalle difficoltà. Per contrade pericolose, come nelle tempeste dell’oceano. Tu sei il solo rifugio degli uomini. Quando li assalgono i ladroni, quando attraversano corsi d’acqua e mari, e pure nelle grandi foreste, quelli che si ricordano di Te, oh Mahadevi, mai sono perduti”. (A. Avalon – Inni alla Dea Madre)
Navagraha – Nove Pianeti
Si riferisce ai nove pianeti del sistema cosmologico indù: Ravi o Surya (Sole), Candra (Luna), Kuja o Mangala (Marte), Budha (Mercurio), Brhaspati (Giove), Sukra (Venere), Sani (Saturno), Rahu e Ketu (i nodi lunari). Nella mitologia astronomica indiana Rahu e Ketu, definiti “pianeti occulti”, rappresentano il nodo ascendente e discendente della luna e sono i responsabili delle eclissi di sole o di luna. Il mito racconta che Rahu era un demone che si unì agli dei, fingendosi uno di loro, per bere il sacro Amrta (l’elisir dell’immortalità). Surya e Candra però si accorsero del tranello e lanciarono l’allarme. Visnu immediatamente afferrò la spada e tagliò in due Rahu. Ma il demone aveva già bevuto l’Amrta conquistando l’immortalità. Così diede vita a due creature – Rahu e Ketu – che da quel momento tentano regolarmente di ingoiare il sole e la luna.