Continua il mese dei Saggi al Centro Ray con un programma dedicato alla scoperta delle posizioni yoga (asana) dedicate ai saggi della letteratura indiana. Dato il tempaccio di queste ultime settimane, forse un po’ di saggezza potrebbe esserci utile per affrontare le difficoltà e i contrattempi più o meno gravi, dovuti alle intemperie, mannaggia al Lambro!
Di seguito potrete scoprire la leggenda legata ad una delle asana che andremo a esplorare durante il mese di novembre. Buona lettura!
Kapilasana – Posizione di Kapila
Kapila (vedi immagine) è il nome di alcuni personaggi mitici e semi-leggendari dell’India antica. Fra di essi spicca la figura dell’asceta silenzioso famoso per il suo sguardo ardente.
Molto tempo fa, il re saggio Sagara, decise di celebrare uno dei più importanti riti; il “Sacrificio del cavallo”. La cerimonia consisteva in una lunga preparazione durante la quale veniva messo in libertà il destriero più bello, completamente e riccamente bardato. Il cavallo galoppava indisturbato attraverso i confini dei numerosi regni ed ogni paese che gli permetteva di transitare indisturbato, veniva di fatto considerato un alleato e vassallo del sovrano proprietario del cavallo. Ma se qualcuno tentava di impossessarsene si determinava all’istante lo scoppio di una guerra in quanto il gesto veniva considerato una sfida e un’offesa, il padrone del cavallo attaccava il paese colpevole e rimetteva in libertà il cavallo. Quando poi l’animale faceva ritorno a casa, tutti i paesi da lui attraversati diventavano vassalli del re, il quale celebrava la sua vittoria con il grande “Sacrificio del cavallo”, assumendo il rango di Supremo Signore della terra e sfidare il dio Indra. Per questo ogni volta che veniva annunciato un simile rito gli dei, e soprattutto Indra, si attivavano per vanificarlo. Così quando il cavallo di Sagara iniziò il suo viaggio, Indra lo rapì portandolo in una grotta, nelle viscere della terra, dove il saggio Kapila si era ritirato per dedicarsi alle sue pratiche spirituali. Non appena si seppe della scomparsa del cavallo, i numerosi figli di Sagara (il mito racconta che ne avesse 60.000!), presero a scavare una fossa sempre più larga e profonda fino a che trovarono il destriero incatenato dietro l’ignaro Kapila raccolto in meditazione. Liberarono l’animale e cominciarono a tormentare Kapila accusandolo del rapimento. Lo tormentarono così tanto da provocare la sua rabbia, Kapila rivolse loro un’occhiata così furiosa da ridurli in cenere.